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"nel segno dello scapolare" di San Giovanni Paolo II

"Nel segno dello Scapolare si evidenzia una sintesi efficace di spiritualità mariana, che alimenta la devozione dei credenti, rendendoli sensibili alla presenza amorosa della Vergine Madre nella loro vita. Lo Scapolare è essenzialmente un ‘abito’. Chi lo riceve viene aggregato o associato in un grado più o meno intimo all'Ordine del Carmelo, dedicato al servizio della Madonna per il bene di tutta la Chiesa . Chi riveste lo Scapolare viene quindi introdotto nella terra del Carmelo, perché "ne mangi i frutti e i prodotti" (cfr Ger 2,7), e sperimenta la presenza dolce e materna di Maria, nell'impegno quotidiano di rivestirsi interiormente di Gesù Cristo e di manifestarlo vivente in sé per il bene della Chiesa e di tutta l'umanità.


messaggio.fatima

"Maria, Mediatrice del santo Scapolare, prega per noi"

(invocazione che ripeteva il Papa Giovanni Paolo II. Testimonianza del Suo Segretario, il Cardinale Stanislao Dziwisz). 



Il Servo di Dio, il Papa GIOVANNI PAOLO II, ha lasciato due documenti importanti sulla devozione allo Scapolare del Carmine:
- Il messaggio letto in occasione dell'Angelus del 24 luglio 1988.
- e la lettera inviata ai due superiori dell'Ordine Carmelitano e degli Scalzi il 25 marzo 2001, in occasione del 750° anniversario del dono dello Scapolare. (clicca qui per leggerla)


Ma numerosi altri interventi ha fatto il S. Padre sulla devozione alla Madonna del Carmine. Li riportiamo qui di seguito.

ANGELUS
Domenica, 24 luglio 1988


1. In questo mese di luglio abbiamo celebrato il ricordo della beata Vergine Maria del Monte Carmelo, tanto cara alla pietà del popolo cristiano in tutto il mondo, e legata in modo speciale alla vita della grande famiglia religiosa carmelitana.
Il pensiero va alla sacra montagna, che nel mondo biblico è sempre considerata come simbolo di grazia, di benedizione e di bellezza. Su quella montagna i carmelitani dedicarono alla Vergine Madre di Dio, “Flos Carmeli”, che possiede la bellezza di tutte le virtù, la loro prima Chiesa, esprimendo così la propria volontà di affidarsi completamente a lei e di legare indissolubilmente il proprio servizio a Maria con quello “in ossequio a Cristo” (cf. “Regola carmelitana”, Prologo).
2. I grandi mistici carmelitani hanno inteso l’esperienza di Dio nella propria vita come un “cammino di perfezione”, (S. Teresa di Gesù) come una “salita del Monte Carmelo” (S. Giovanni della Croce). In questo itinerario è presente Maria. Ella - invocata dai carmelitani come madre, patrona e sorella - diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativo, sensibile all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmelitana, fiorisce una vita d’intensa comunione e familiarità con la Vergine santa, quale “nuova maniera” di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù a sua madre Maria.
3. Una particolare grazia della Madonna verso i carmelitani, ricordata da una veneranda tradizione legata a san Simone Stock, si è irradiata nel popolo cristiano con tanti frutti spirituali. È lo scapolare del Carmine, mezzo di affiliazione all’Ordine del Carmelo per parteciparne i benefici spirituali, e veicolo di tenera e filiale devozione mariana (cf. Pii XII “Nemini Profecto Latet”).
Mediante lo scapolare i devoti della Madonna del Carmine esprimono la volontà di plasmare la loro esistenza sugli esempi di Maria - la madre, la patrona, la sorella, la vergine purissima - accogliendo con cuore purificato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio zelante dei fratelli.
Invito ora tutti i devoti della Vergine santa a rivolgerle una fervida preghiera, affinché ella, con la sua intercessione, ottenga a ciascuno di proseguire sicuro nel cammino della vita e di “giungere felicemente alla santa montagna, Gesù Cristo, nostro Signore”
(cf. “Collecta Missae in hon. B.M.V. Carm.”, die 16 iul.).

Dopo l'Angelus 
Oggi, memoria della Madonna del Monte Carmelo, è particolarmente significativa la presenza di un gruppo di Suore Carmelitane di Santa Teresa di Torino, le quali stanno celebrando il loro Capitolo Generale. Nel salutarvi con affetto, carissime Sorelle, desidero rivolgere un cordiale pensiero anche a tutti i Carmelitani e le Carmelitane, come pure alle Associazioni che si ispirano a questo carisma. Invoco la continua assistenza divina sull'intera Famiglia carmelitana, esortando ogni suo membro acercare e ad amare prima di ogni cosa Dio che per primo ci ha amati, ed a sforzarsi di alimentare in tutte le circostanze i valori della vita contemplativa, donde scaturisce e riceve impulso l'amore del prossimo per la salvezza del mondo e l'edificazione della Chiesa.

16 LUGLIO 1995
3. Maria, che oggi invochiamo sotto il titolo di Beata Vergine del Monte Carmelo, ha fatto pienamente questa esperienza, avendo avuto il compito di generare nel tempo il Figlio eterno di Dio. In Lei la vocazione materna raggiunse il vertice della sua dignità e delle sue potenzialità. Che la Vergine Santa aiuti le donne ad essere sempre più consapevoli della loro missione e spinga l'intera società ad esprimere alle madri ogni possibile forma di riconoscente e operosa vicinanza.


18 LUGLIO 1999 




Oggi ho la gioia di recitare la preghiera dell'Angelus nel cuore della Val d'Aosta, dove sto trascorrendo un periodo di riposo. Dico "nel cuore" non solo perché il Comune di Quart occupa una posizione centrale nella Vallée, ma soprattutto perché qui si trova il Carmelo "Mater Misericordiae", da me benedetto esattamente dieci anni fa, il 16 luglio 1989, il quale costituisce, in un certo senso, il centro contemplativo della Chiesa valdostana. Alle Monache Carmelitane, che qui vivono offrendo quotidianamente il servizio della preghiera, va il mio più cordiale saluto.

Un monastero è un'autentica "centrale" di energia spirituale, che si alimenta alla sorgente della contemplazione, sull'esempio della preghiera a cui Gesù si dedicava nella solitudine, immergendosi totalmente nel dialogo con Dio Padre, per attingere la forza necessaria alla sua missione salvifica.
La Chiesa prolunga nel tempo la missione di Cristo: tra i molteplici carismi che la arricchiscono, essa conserva anche quello assai prezioso della vita contemplativa, coltivata nei monasteri, come risposta all'amore assoluto di Dio che nel Verbo incarnato si è unito all'umanità con vincolo eterno e indissolubile. I monasteri femminili manifestano con particolare eloquenza l'unione esclusiva della Chiesa con Cristo suo Sposo, rivivendo l'esperienza di Maria, Vergine del silenzio e dell'ascolto.
2. In questa comunità monastica di Quart, Maria, Regina del Carmelo, è venerata con il titolo di "Madre della Misericordia". Dando alla luce Gesù, la Vergine santa ha infatti donato al mondo il Testimone supremo dell'amore misericordioso di Dio. In questo disegno di salvezza, Ella non è mero strumento, bensì docile cooperatrice: la divina Misericordia trova in Maria perfetta consonanza. Nel suo Cuore immacolato si rispecchiano adeguatamente la tenerezza di Dio, la sua volontà di perdono per i peccatori, i fremiti della sua paterna compassione.
La maternità di Maria si compie sul Calvario, dove la divina Misericordia realizza, nel Sacrificio di Cristo sulla Croce, il supremo atto redentore. In quell'ora tragica e gloriosa, Maria diventa per sempre la Madre della Misericordia. Al suo sublime modello si ispirano le monache Carmelitane, offrendo se stesse per la salvezza di tutti gli uomini. Ringraziamo il Signore, perché non cessa di chiamare anime elette ad essere, nel cuore della Chiesa, apostole oranti del suo Amore misericordioso.

15 luglio 2001


Mentre contemplo le vette di queste montagne, che ormai mi sono diventate familiari, l'animo si rivolge spesso a Maria. Dio l'ha elevata al di sopra di tutte le creature angeliche e terresti, e l'ha resa nostro sostegno nel cammino verso il Cielo. Domani, nella liturgia, la celebreremo quale Beata Vergine del Monte Carmelo. Oggi la veneriamo "Regina della Valle d'Aosta": ce lo suggerisce questa bella statua, portata appositamente dalla Cattedrale di Aosta. E' la medesima statua che nel 1948 attraversò i villaggi della Regione infondendo nei Valdostani, dopo la seconda guerra mondiale, un rinnovato spirito di fraternità. Preghiamo Maria, affinché tra i cristiani ci sia sempre unità e perché nel mondo regnino la giustizia, la solidarietà e la pace.


11 luglio 2004 

Modello perfetto di ascolto di Dio, che parla al cuore umano, è Maria Santissima.

A Lei ci rivolgiamo, pensando ai santuari mariani della Valle d’Aosta e alle immagini della Vergine che si incontrano nelle vie e lungo i sentieri. In particolare, benedico la statua della "Madonnina del Gran Paradiso", restaurata a 50 anni dalla sua collocazione sulla cima di quella maestosa montagna. Maria, che tra pochi giorni celebreremo quale Regina del Monte Carmelo, ci aiuti a cogliere nella bellezza del creato un riflesso della gloria divina, e ci incoraggi a tendere con ogni energia verso la vetta spirituale della santità.

16 luglio 2000


Guardando queste montagne, il mio pensiero va oggi al monte Carmelo, cantato nella Bibbia per la sua bellezza. Celebriamo, infatti, la festa della Beata Vergine del Monte Carmelo. Su quel monte, che si trova in Israele vicino ad Haifa, il santo profeta Elia difese strenuamente l'integrità e la purezza della fede del popolo eletto nel Dio vivente. Su quella stessa montagna, nel secolo dodicesimo dopo Cristo, si riunirono alcuni eremiti dedicandosi alla contemplazione ed alla penitenza. Dalla loro esperienza spirituale ebbe origine l'Ordine dei Carmelitani.

Il Carmelo indica simbolicamente il monte della piena adesione alla volontà divina e della nostra eterna salvezza. Tutti siamo chiamati a scalare questa montagna spirituale coraggiosamente e senza sosta. Camminando insieme alla Vergine, modello di piena fedeltà al Signore, non temeremo ostacoli e difficoltà. Sostenuti dalla sua materna intercessione, potremo realizzare pienamente, come Elia, la nostra vocazione di autentici 'profeti' del Vangelo nel nostro tempo.

3. A quest'impegno ascetico ed apostolico ci esorta la liturgia di oggi, domenica quindicesima del tempo ordinario. Essa ci invita a seguire l'esempio del profeta Amos e degli Apostoli, scelti dal Signore come cooperatori della sua opera di salvezza.

La Beata Vergine del Monte Carmelo, che oggi invochiamo con particolare devozione, ci aiuti a salire senza stancarci verso la cima del monte della santità; ci aiuti a non aver nulla di più caro che Cristo, il quale rivela al mondo il mistero dell’amore divino e la vera dignità dell’uomo (cfr Colletta).


Altre testimonianze sulla devozione di Giovanni Paolo II

Karol Wojtyla, nato a Wadovice (Polonia) il 18 maggio 1920; papa dal 16 ottobre 1978.
Un quotidiano laico di Roma a larga diffusione afferma che sul petto del S. Padre, in occasione dell'intervento chirurgico al Policlinico Gemelli il 13 maggio 1981, in seguito all'attentato di Piazza S. Pietro, fu distintamente osservato lo Scapolare del Carmine. «Tentiamo, con l'aiuto di chi era presente, di ricostruire le condizioni del Papa prima del lungo intervento. Mancano pochi minuti alle sei del pomeriggio. Quando il Pontefice entra in sala operatoria non ha già più l'abito bianco. Indossa solo una maglietta e sulla pelle lo "Scapolare", due pezzetti di stoffa marrone sul petto e sulla schiena legati da una cordicella, con l'immagine della Madonna del Carmelo. Accanto gli è il segretario particolare mons. Stanislaw Dziwisz. Indossa la stola violacea e in mano ha il vasetto dell'olio degli infermi».
(Silvano Mazzocchi in La Repubblica, 15 maggio 1981).
Una conferma della devozione alla Vergine del Carmelo era stara fornita personalmente dal Papa nella sua Visita pastorale alla parrocchia romana di S. Martino ai Monti del 17 febbraio 1980. Prendendo lo Scapolare dalla Priora dei Terz'Ordine carmelitano, e portando le mani sul proprio petto esclamò: «Qui sotto lo porto anch'io da molto tempo!», dando particolare tono di voce alle ultime parole «da molto tempo». La stessa cosa ripetè durante la visita all’altra Parrocchia carmelitana di S. Maria Regina Mundi a Torrespaccata il 14 dicembre 1986: “lo porto da oltre 50 anni”.
Giovanni Paolo II non ha dovuto essere ricoverato in ospedale una volta soltanto. Anche nel 1992 la cosa si è resa necessaria. Il quotidiano già citato riporterà un altro episodio che conferma una volta di più la devozione del papa allo Scapolare:
«"Santità, lo sa che oggi è la festa della Madonna del Carmine?". "Si, lo so. E so anche che oggi comincia la festa in Trastevere".
Giovanni Paolo II, ieri mattina, ventiquattro ore dopo essere uscito dalla sala operatoria, era già staro messo a sedere su una poltrona nella sua camera al Policlinico Gemelli. Dalla vestaglia si scorgeva lo scapolare della Vergine del Carmelo, che non lascia mai. Totus tuus, si sa, è il suo motto di dedizione alla Madonna. Qualcuno che l'assisteva gli ha fatto, dunque, quella domanda. E lui, per un ricordo improvviso, quasi un vero papa romano più che polacco, è andato col pensiero alla Festa de noantri, la sagra di bancarelle e di osterie che, in questi giorni, allieta fino a notte, tra luci e canti, il più popolare quartiere di Roma.
L'episodio è stato raccontato, dal portavoce papale Joaquin Navarro
{La Repubblica, venerdì 17 luglio 1992, 12)



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