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Dieci anni di attività dell'Associazione Giovanni Paolo Intervista al Presidente Giuseppe NARDULLI a cura di Silvana Algeo

Un percorso in continua crescita, tra attività culturali, sportive e di volontariato.

L'Associazione Giovanni Paolo II ha festeggiato, venerdì 21 aprile, 10 anni di vita. In compagnia del Presidente Giuseppe Nardulli  abbiamo ripercorso alcuni momenti di questi dieci anni; un percorso sempre in crescita che ha visto i componenti dell'associazione al centro di numerose attività culturali, sportive e di volontariato.

Giuseppe, puoi raccontare ai nostri lettori come  è nata l'Associazione e chi ha scelto di intitolarla alla figura di Giovanni Paolo II?
«L'associazione, così come la volontà di chiamarla così, è nata dal desiderio di un gruppo di famiglie che volevano un punto di riferimento su cui avere un disegno e, quindi, fu scelto il nome di Giovanni Paolo II, per diversi motivi. Ma, in primis, fui io il forte promotore di questo nome. Di questo grande Papa, che conobbi la prima volta nel 2000 in occasione del Grande Giubileo, capì che era una persona straordinaria. Riusciva a trasmettere il suo messaggio di fratellanza agli uomini ancora prima di usare le parole, parlava già con la sua presenza. Sicuramente è stato un Papa che mi ha aiutato a crescere durante il suo lungo pontificato, che è durato 27 anni, e per questo devo dire grazie alla persona che mi ha fatto conoscere il pontefice, mi riferisco a don Oronzo Negletto che è stato parroco della Chiesa SS Medici. Giovanni Paolo II ha lasciato nell'arco del suo pontificato, un segno indelebile nella storia della comunità cristiana, ma anche nella mia vita; la sua figura mi ha aiutato molto a crescere e ora veglia, penso, su tutti noi. E sono convinto che guardandoci da la su, sarà felice di vedere quante persone lo amano».

Dieci anni non sono tanti, ma neanche pochissimi se pensiamo a ciò che implica andare avanti nel mondo del volontariato. Qual è il bilancio di questo primo decennio?
«Il bilancio è più che positivo, abbiamo avuto tante e, soprattutto, grandi soddisfazioni; la prima è arrivata dalla più alta carica dello Stato italiano, il Presidente Giorgio Napolitano che ha conferito all'Associazione, per ben due volte, un medaglia di rappresentanza per gli impegni svolti, oltre al riconoscimento ricevuto dal Ministero dell'Interno. E non dimentichiamo gli ultimi due doni che abbiamo ricevuto, erano doni che desideravamo da tanto, grazie a Pina Cataldo siamo riusciti ad avere nella nostra città due reliquie, una di San Giovanni Paolo II e l'altra di Santa Teresa Madre di Calcutta». 


A questo punto, a chi ti senti o vi sentite in dovere di ringraziare?
«Voglio ringraziare in particolare, tutti i soci che in questi dieci anni hanno accompagnato il nostro cammino.  Permettetemi di rivolgere un ringraziamento al vero locomotore dell'Associazione che pur non ricoprendo cariche specifiche, si sono attivati, dimostrando di credere nei nostri progetti, nel nostro percorso, nella nostra amicizia, in particolare a Vittoria, Madia, Mary, Daniela, Maria, Flora, Liliana, Angela, Margherita, Irene, Antonella, Mimma, alla giovane Angèle, Francesco, Vincenzo, Minimo, Antonio, che hanno reso umilmente la propria collaborazione, perché sappiamo che chiunque si sia attivato o reso disponibile, l'ha fatto con il cuore. Un ringraziamento particolare lo devo a tutte le famiglie delle vittime di Nassiria per la loro vicinanza. Ovviamente in questi dieci anni non possono mancare i sacerdoti della nostra comunità, e i vescovi  Mons. Padovano e Mons. Giuseppe Favale.  A quelle persone che ci hanno aiutato a crescere come, don Giancarlo Carbonara, sensibile e attento, a Eugenio Scagliusi che si è messo a disposizione, non nel ruolo di politico. A coloro che hanno creduto in noi, Pina Cataldo, Elisabetta Lo Iacono, Fabio Zavattaro, Toni Capuozzo, Annalisa Schirinzi, Flavio Oliva, Valerio Geramo, Renato BRUCOLI, agli amici di San Pietro della Ienca della Città dell’AQUILA associazione gemellata nel nome di San Giovanni Paolo II, alla Famiglia CORRIERI, alla famiglia SCORESE,  Ai Dirigenti scolastici, le autorità, gli sponsor, agli amici tutti e a quanti hanno offerto la loro testimonianza... Sono  proprio tanti, quelli che si sono manifestati e quelli che hanno reso umilmente la propria collaborazione. A tutti, uno ad uno, porgo l'augurio con le parole di don Tonino, sempre positive e capaci di suscitare futuro: "Ti auguro le cose più belle: l'innamoramento per la vita, per la storia, per le cose che ci circondano, per i nostri fratelli che sono il volto di Dio. Tanti auguri di speranza. Tanti auguri di gioia. Tanti auguri di buona salute. Tanti auguri perché i tuoi sogni fioriscano tutti"». 

Le associazioni di volontariato oltre che stimolare la cittadinanza e renderla partecipe attraverso le numerose iniziative, oggi più che mai, nell'era della globalizzazione, incarnano un valore fondamentale, quello del "dono". Ma le tante difficoltà che devono affrontare, potrebbero dar luogo alla loro estinzione. Secondo te, in che modo potrebbero contribuire i nostri amministratori per mantenere vive queste realtà sociali?
 «Secondo me, dovrebbero valutare di più la sfera dell'associazionismo, essere più vicine a queste realtà, anche perché molte volte le associazioni ricoprono un ruolo fondamentale nella comunità offrendo molti servizi. Noi, come altre associazioni del territorio, portiamo avanti un impegno continuativo 365 giorni all'anno, perciò sarebbe opportuno uno sguardo più attento, anziché favorire associazioni, magari di altri paesi, di cui non si conosce nulla. Il nostro percorso è sotto lo sguardo di tutta la comunità».

 Ora, la domanda di routine: immagina di dover intraprende-re un viaggio, con chi di questi tre personaggi lo faresti tra San Giovanni Paolo II, Santa Teresa di Calcutta, San Giovanni Bosco. E perche?
«Il viaggio lo farei con tutti e tre, perché sono tre personaggi che hanno catturato il cuore della gente, ma se proprio devo scegliere solo uno, allora, scelgo, San Giovanni Paolo II, proprio per la devozione che nutro per lui. Per me è sempre una grande emozione ritornare a Roma e ripercorrere i suoi passi, visitare i suoi luoghi... In futuro ho in progetto un viaggio in Polonia, alla scoperta della parte di Giovanni Paolo II che mi manca; ho sempre desiderato conoscere i luoghi della sua infanzia, della sua gioventù; i luoghi che l'hanno accompagnato lungo il suo cammino fino a noi». 



Silvana Algeo
dal settimanale Blù Polignano a Mare.
Venerdì, 19 MAGGIO 2017 - N° 19 - 
CULTURA E SPETTACOLO 

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